L’acqua minerale naturale di San Pellegrino Terme sgorga da tre sorgenti di identica composizione, situate l’una in prossimità dell’altra, alla base della falda meridionale di una rupe di natura dolomitica, costituita essenzialmente da carbonato di calcio e di magnesio, che s’innalza per circa 600 metri sino al poggio Belvedere. La sorgente più elevata e più abbondante è la “Palazzolo”; le altre due sono denominate “Salaroli” e “Fonte Vecchia”.
L’acqua scaturisce da strati profondi della crosta terrestre, al riparo da infiltrazione di acque superficiali come dimostra la costanza della temperatura (26° sia d’estate che d’inverno) e della composizione chimica, tanto nei periodi di piogge prolungate quanto nei periodi di siccità. L’ampia zona di protezione sanitaria intorno alle rocce da cui sgorgano le sorgenti garantisce l’assoluta purezza batteriologica dell’acqua.
Analisi chimiche dell’acqua di SanPellegrino Terme furono eseguite da Maironi (1782), da Brugnatelli (1793), da Ferrario (1939), da Canada (1882), da Bertoni (1896), da Tivoli (1899), da Mezzoni (1905), da Monti (1909), da Olivari (1923), da Nasini (1926) e da altri ancora nel tempo e portarono a classificare le acque tra quelle solfato-bicarbonato-alcalino terrose. La loro temperatura alla sorgente è poco superiore a 26°. La loro azione terapeutica si indirizza alle malattie dello stomaco e dell’intestino, del fegato e delle vie biliari. È consigliata nelle disfunzioni del ricambio, nelle malattie dei reni e delle vie urinarie ed in particolare nei casi di calcolosi renale, anche come trattamento post-operatorio.
Nel 1992 il Ministero della Sanità riconosce le proprietà terapeutiche, da utilizzarsi per le cure termali, della sorgente “Vita”. L’acqua ricca di sali minerali, è tuttora utilizzata presso il Centro Cura ed erogata con metodiche di fango, bagno, inalazioni, idromassaggio, irrigazioni vaginali e ginnastica vascolare.