Grand Hotel

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Turismo
Tempo libero
Nel 1902, la Società anonima dei grandi alberghi di San Pellegrino invita l’architetto Romolo Squadrelli a progettare “in stile moderno” il Grand Hotel in collaborazione con l’ingegner Luigi Mazzocchi.
Indirizzo Via Belvedere, 24016 San Pellegrino Terme BG, Italia
Punti di contatto
Cap 24016
Modalità di accesso

Accesso al piano rialzato, non è presente una rampa per le persone con disabilità.

Ulteriori Informazioni

Le visite durano circa un’ora e hanno un costo di euro 7 (euro 3,50 per i residenti)
Per prenotare l’esperienza visitate il sito: https://www.orobietourism.com/grand-hotel-san-pellegrino-terme/


L'Ingegnere Mazzocchi e l'architetto Squadrelli su richiesta della Società Grandi Alberghi di San Pellegrino elaborano un edificio monumentale rifacendosi ai più grandi alberghi europei dell’Ottocento e che cita, nei blocchi laterali sporgenti, “gli schemi degli antichi castelli francesi” (R. Bossaglia). Lhotel viene inaugurato nell'estate del 1904. 


Sulle linee-guida della simmetria e della razionalità si innestano la varietà dei nuovi materiali impiegati e la ricchezza in decori dei diversi elementi, in rapporto al gusto Liberty ormai diffuso anche in Italia, a conferire leggerezza all’insieme.

Questo colosso di sette piani era provvisto di ascensori, luce elettrica, acqua potabile e telefono in tutte le 250 stanze, i cui arredi risultavano così sfarzosi da destare stupore e meraviglia anche tra gli aristocratici clienti.

Il Grand Hotel è collegato alla Fonte e al Casinò da un ponte, un tempo in legno, sostituito poi, nel 1924, dall’attuale Ponte Principe Umberto (costruito su progetto dell’ingegner Michele Astori).
Del vecchio ponte sono ancora visibili sott’acqua i resti dei pali conficcati nell’alveo del fiume.
La facciata del Grand Hotel, lunga ben 128 metri, evidenzia una ricchezza decorativa unica nel suo genere: decine di statue, cariatidi, elementi zoomorfi, putti, festoni, concorrono alla creazione di un’atmosfera fortemente suggestiva.

Le finestre, il tetto, carenato ai lati e a cupola, nella parte sovrastante il blocco centrale (la cui forma aveva funzione più di esibizione della classe sociale alla quale l’edificio era destinato che di praticità), le lesene, con decorazioni in cemento di putti, telamoni e cariatidi, in ferro e ad affresco con motivi floreali, si susseguono e si alternano nell’ampia facciata, testimoniando da un lato il ricordo della tradizione accademica, dall’altro il suo rinnovamento.

L’interno presenta una rigida distribuzione simmetrica degli ambienti, con l’atrio e lo scalone al centro, le sale di soggiorno e da pranzo ai lati; alquanto mutato risulta, almeno per gli interni, l’aspetto decorativo a causa del lento degrado cui l’edificio è stato condannato dopo che l’edificio ha perso la sua funzione originaria. Oggi, grazie ad una recente ristrutturazione esterna, l’edificio è stato riportato all’antico splendore, attraverso il rifacimento estetico della facciata principale.

Nel Grand Hotel soggiornarono personaggi illustri i cui nomi sono rimasti scritti nel ‘Libro degli Ospiti’, che di recente è stato consegnato in dono all’Amministrazione Comunale dal sig. Marco Solari, nipote di Ancilla ed Arturo Schisano che furono per molti anni i direttori del prestigioso albergo. Il Registro, custodito presso la Biblioteca di San Pellegrino Terme, riporta grandi firme come quelle della regina Margherita di Savoia nel luglio 1905, della regina Elena con i figli principe Umberto e principessa Maria nell’agosto 1929, del compositore Pietro Mascagni, del generale Luigi Cadorna, dei Premi Nobel Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, dei nobili della famiglia dello zar di Russia, di diplomatici e familiari di Re Faruk d’Egitto, di Federico Fellini e Giulietta Masina, di Mario del Monaco, Ugo Tognazzi, Ornella Muti e per finire negli anni sessanta con quelle della ‘Grande Inter’ di Herrera.

Il superbo edificio però si rivela ben presto molto costoso nella gestione e privo di alcuni elementi fondamentali che con il trascorrere dei decenni vengono a costituire la dotazione degli alberghi di prima categoria. Le spese per adeguare gli impianti alle nuove esigenze risultano ingenti, l’interesse degli operatori di settore lentamente va scemando. Nel 1979, dopo un lungo periodo di lenta agonia, il Grand Hotel chiude i battenti.

Oggi, dopo alcuni decenni di abbandono, istituzioni pubbliche e private sono ancora alla ricerca di una soluzione che possa garantire il recupero della prestigiosa costruzione, simbolo dei migliori momenti della cittadina termale e preziosa testimonianza storica oltre che estetica di un gusto artistico allora molto in voga.

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